LEVEILLULA TAURICA
Oltre che su pomodoro, melanzana peperone, ecc., il micelio del patogeno si conserva su numerose specie spontanee e si diffonde per mezzo dei conidi portati dal vento.
Per quanto diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, in Italia viene considerata la malattia tipica delle aree meridionali durante il periodo estivo-autunnale, in particolare delle zone costiere ove trova adeguati livelli di umidità per svilupparsi. La penetrazione del fungo avviene generalmente attraverso gli stomi fogliari, dai quali il fungo si insedia nel mesofillo. Condizioni ottimali di sviluppo dell’oidio sono rappresentate da 20-25° C di temperatura e umidità relativa del 70-75%, corrispondenti a generale clima caldo con assenza di pioggia.
Parti attaccate e sintomatologia
Pur potendo interessare tutte le parti verdi della pianta, l’infezione sul pomodoro riguarda generalmente le foglie e le piante più vecchie prossime alla fine del loro ciclo produttivo, mentre vengono risparmiate quelle più giovani. La pagina superiore della foglia si ricopre di macchie gialle con contorni sfumati che successivamente necrotizzano a partire dal centro, si accartoccia verso il basso e, infine, dissecca. In corrispondenza delle depigmentazioni, sulla pagina inferiore, compare una efflorescenza farinosa biancastra.
Danni
L’interruzione dei processi fotosintetici determina la mancata allegagione dei frutti, la corretta maturazione di quelli presenti, un generale deprezzamento quanti-qualitativo della produzione e l’arresto di sviluppo della pianta. Ancora relativamente rare sono le cultivar che presentano un certo grado di resistenza al patogeno.
Strategie di difesa
L’intervento irriguo a pioggia può rappresentare un mezzo agronomico contenitivo della patologia, ma la lotta più efficace è affidata all’utilizzo di prodotti chimici da impiegare alla prima comparsa della patologia