Pleurotus - Saipansrl.it

Pleurotus

Categoria: Composti in panetti

pleosIn Italia, il fungo pleurotus ostreatus veniva raccolto in natura e apprezzato già da molto tempo ed era conosciuto con diversi nomi: gelone, orecchietta, ostricone, sbrisa, melina. I vari termini usati indicano alcuna delle caratteristiche del fungo. Il pleurotus è un fungo carnoso e delicato di colore variabile dal grigio al bruno.

Negli ultimi anni la sua coltivazione si è diffusa sia a livello industriale che amatoriale e questo anche grazie alla sua adattabilità a condizioni climatiche diverse.

Il pleurotus è un fungo che cresce anche a temperature basse e non teme le gelate primaverili. Il tardo autunno è senz’altro il periodo ottimale di crescita del pleurotus, ciò significa temperature comprese tra 5 e 20°C e umidità relativa dell’aria tra l’80 e 90%.

Ceppi e schede

Scarica tutte le schede e gli approfondimenti relativi ai ceppi del fungo Pleurotus.

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Coltivazione e notizie utili

Consigli utili per la coltivazione del PLEUROTUS OSTREATUS

ImmagineE’ necessario rispettare i seguenti parametri di coltivazione:

– periodo ottimale di coltivazione: autunno, primo inverno e primavera
– temperatura: 14 -16°C
– umidità relativa dell’aria : 95 – 98%
– umidità relativa del substrato. 70 – 75%
– evitare un eccessivo abbassamento della temperatura
– effettuare spruzzature con acqua nebulizzata
– non esporre il composto direttamente ai raggi del sole o al vento
– è indispensabile la luce del giorno, quindi non conservate in locali bui.

Il fungo raggiunge la maturazione 8 -10 giorni dopo la comparsa dei carpofori. Per le ballette: Subito dopo la fase d’incubazione e non appena vedrete spuntare i primi funghetti è opportuno liberare la balletta del cartone d’imballo e porla in posizione verticale oppure orizzontale con la parte senza fori che poggia a terra . È necessario aumentare l’umidità dell’aria fino all’85% circa, quest’operazione può essere aiutata mettendo la balletta su un sacco bagnato posto sotto la stessa e procedendo a spruzzature d’acqua nebulizzata. È chiaro che ambienti già umidi di per se stessi sono ideali. Per la produzione bisogna tenere la balletta lontano dai raggi del sole e dal vento, è indispensabile la luce del giorno, quindi non conservate in locali bui.

Se nello stesso locale sono coltivate molte ballette è opportuno, dunque, effettuare molti ricambi d’aria durante la produzione. Dopo che è iniziata la fruttificazione si rammenta di tenere sempre alto il tasso d’umidità, i funghi usciranno dai fori già opportunamente predisposti, non è consigliabile fare altri fori. Non appena vedrete crescere i funghi è opportuno procedere a delle bagnature di tanto in tanto, si consiglia sempre con nebulizzatore. Potete raccogliere non appena la cappella s’ingrosserà ed il bordo prima ricurvo tenderà a raddrizzarsi. I funghi vanno estirpati con una leggera rotazione e non tagliati alla base, in quanto è necessario, per avere un’altra riproduzione, di lasciare libero il foro fino a rivedere la paglia.

La produzione dei funghi avrà una durata di circa 10-20 giorni successivamente non fate nulla, lasciate il composto a riposare non innaffiate fino a quando non vedrete rispuntare nuovamente i funghi per una successiva volta (si chiama volata) e riprocedere così come avete fatto per la volata precedente, in tutto si possono avere da due a quattro volate, dipende dalla cura con cui è stato tenuta la balletta. Durante la produzione i funghi possono produrre delle spore che potrete vedere sotto forma di polverina bianca, non allarmatevi è un indicatore che i funghi hanno raggiunto il massimo della loro maturità e quindi vanno raccolti e consumati.

Raccolta

raccolta Se si mantengono delle condizioni ottimali per la fruttificazione, dopo circa 10 giorni dalla messa a dimora dei panetti incubati inizia la produzione.

Dai fori, si intravedono tanti gruppetti di funghi che pian piano iniziano a differenziarsi, a cambiare colore e a stendere il bordo del cappello.
Per la raccolta di un buon prodotto bisogna anticipare la maturazione completa dei funghi, che porterebbe a un ripiegamento del cappello verso l’alto e un rilascio abbondante di spore nell’ambiente.Bisogna asportare il ceppo di funghi, avendo cura di lasciare il foro libero da eventuali residui di radici.

La produzione avviene a volate intervallate da un periodo di circa 15/20 giorni l’una dall’altra. Essa è più abbondante in prima volata e meno nelle altre, anche se a volte può succedere il contrario.
E’ buona norma cercare di mantenere un’umidità costante nell’ambiente di coltivazione, in modo da favorire l’uscita dei funghi sempre dai fori presenti sul panetto e non sotto il film di polietilene.

Un altro accorgimento adottato sempre per il suddetto problema è quello di riscaldare il panetto con una fonte di calore allo scopo di far restringere il film di polietilene ed eliminare le eventuali bolle d’aria.
Il fungo pleurotus viene generalmente commercializzato in cassette di legno o di plastica di circa 4/5kg netti, destinate al mercato nazionale. Ultimamente si stanno sviluppando anche canali di vendita destinati all’estero.
Questi canali prevedono il confezionamento in vaschette o in cartoni con un prodotto selezionato, differenziato e a volte sgambato.

Circolazione dell’aria

ariaLa circolazione dell’aria ha la funzione di omogeneizzare le condizioni all’interno del locale di coltivazione e può essere ottenuta attraverso dei ventilatori oppure delle aperture laterali che devono interessare tutto il perimetro del locale.
La necessità di cambiare l’aria con quella esterna soddisfa due condizioni importanti:

1) allontanare l’anidride carbonica prodotta dai funghi;
2) abbassare le temperature ove sia necessario.

Questa operazione è più complicata in inverno in presenza di temperature rigide all’esterno.
In questo caso il ricambio dell’aria va ridotto e sostituito in parte con un ricircolo dell’aria interna.
In generale bisognerebbe completamente cambiare l’aria nell’ambiente di coltivazione almeno 15 volte l’ora.

Principali avversità

avversitàLa resistenza del pleurotus alle avversità climatiche ne ha fatto sviluppare la coltivazione nel tempo, ma nonostante ciò è comunque soggetto a diversi attacchi da parte di parassiti vegetali e animali.
I parassiti vegetali sono rappresentati soprattutto da muffe che tendono a sostituirsi al micelio nello sfruttamento del composto. Esse producono enzimi in grado di alterare il pH, abbassandolo notevolmente e impedendo così la crescita del micelio. Le muffe del genere “tricoderma” sono quelle più pericolose, in quanto distruggono completamente il micelio nel composto.

Altro parassita vegetale pericoloso è il Dactilium, che è una muffa bianca, che provoca la putrefazione del fungo, ricoprendolo come un manto. Le condizioni ideali per l’attecchimento sono temperature e umidità superiori alla norma, con ristagno dell’aria.

I parassiti animali più dannosi sono: gli sciaridi, foridi e cecidomidi.
Gli sciaridi e i foridi sono abbastanza simili e conosciuti dai fungicoltori come moscerini; essi depositano uova nel composto, che dopo schiuse diventano larve, che penetrano nei funghi, scavando numerose gallerie.
Se l’attacco è precoce, i carpofori possono anche morire e trasformarsi in masse spugnose.
La lotta a tali insetti si fa in forma preventiva, andando a incidere sulle uova. Una buona igiene e un composto perfettamente incubato, nonché una disinfezione preventiva ci mettono al riparo da infezioni di questo tipo.
I cecidomidi sono insetti particolarmente dannosi, perchÈ quando vengono notati è generalmente troppo tardi, avendo già distrutto il micelio nel composto.

Una buona igiene del locale è indispensabile per prevenire attacchi da tali insetti, ma qualora comparissero, una forma di lotta è rappresentata dai prodotti a base di Malathion, tipo il “Malbrom”, da utilizzare a ciclo continuo per due o tre giorni, oppure prodotti a base di Diazinone.
Altro problema molto sentito dai fungicoltori è quello del cosiddetto ingiallimento: è una malattia che provoca l’arresto della crescita dei funghi e la loro marcescenza. Il fenomeno compare all’improvviso e altrettanto improvvisamente scompare in una maniera del tutto imprevedibile.

A volte delle condizioni climatiche favorevoli attenuano il problema, che si può ripresentare in altre condizioni. Nella maggior parte dei casi brusche variazioni della temperatura e delle e dell’umidità fanno insorgere questo problema.
Un altro danno alla produzione derivante da variazioni climatiche è il cosiddetto “arricciamento” che causa deformazioni del fungo, alterazioni alle lamelle, con uno spessore consistente e irregolare, il cappello presenta orli irregolari e spesso una concavità al centro. L’intensità di questo problema sembra essere aggravato da anomale condizioni di coltivazione.
In effetti le forti escursioni termiche, dando luoghi a sbalzi di umidità nell’ambiente, provocano la deformazione dei funghi fin dal loro stadio di carpofori.
Gran parte dei problemi di deformazione e ingiallimento dei funghi si verificano in inverno e primavera, quando la necessità di areazione dei locali, comunque provoca degli sbalzi igrometrici che non si possono evitare.

Umidità

umiditàIl livello di umidità nell’aria bisogna cercare di mantenerlo a dei valori prossimi al 90%.Cosa questa quasi naturale in alcuni periodi, ma molto difficile in altri, tenuto conto di quanto abbiamo detto a proposito dell’umidità relativa.
Una buona coibentazione o perlomeno una forma di camera d’aria sono necessarie, non solo per proteggere dagli sbalzi, ma anche per cercare di mantenere il livello di umidità costante.
Gli strumenti per cercare di mantenere l’umidità ai valori predetti possono essere: nebulizzatori, sistemi di farfallette, pannelli cooling.
Comunque è necessario avere in serra gli strumenti di tipo psicometro per la lettura costante del livello di umidità e non bisogna mai affidarsi alle cosiddette sensazioni (fuori piove, non c’è bisogno di umidità all’interno della serra).

Temperatura

Evitare quanto più possibile gli sbalzi di temperatura con l’ausilio di coibentazioni, ove possibili, oppure con la creazione di opportune camere d’aria sotto la volta del locale di coltivazione.
E’ in fase sperimentale una nuova tecnica per cercare di mantenere costante la temperatura a livello basale durante i periodi invernali.
Essa consiste nel passaggio di acqua a circa 30/40°C in tubazioni sistemate sul terreno o immediatamente sotto. Questo tipo di riscaldamento avrebbe il vantaggio di non rendere l’aria sotto la serra troppo “secca”, con conseguente danno per i funghi.
Questa esigenza si avverte soprattutto fra i coltivatori del Nord Italia durante i mesi di Gennaio – Febbraio, in quanto le temperature troppo rigide bloccano le produzioni.
Altro accorgimento per cercare di mantenere costante la temperatura all’interno del composto è quello di non sistemarlo direttamente al suolo, ma su qualcosa di isolante, tipo pedane, basette di legno, ecc.

Clima

climaIl clima influisce in maniera determinante sulla coltivazione del pleurotus, anche se è chiamato gelone per la sua caratteristica di fruttificare anche in inverno, con temperature comprese tra 4 e 20°C.
Il sole troppo caldo o il vento troppo forte impediscono la fruttificazione del tutto o in parte.
La siccità è un nemico letale, per cui il grado di umidità dell’ambiente di coltivazione gioca un ruolo decisivo.
L’umidità ambientale dovrebbe essere simile a quella delle giornate autunnali dopo le piogge, nell’ordine dell’80/90% con temperature tra 17 e 20°C.
Questi livelli di umidità si cerca di ricrearli negli altri periodi con nebulizzazioni di acqua frequenti sul composto e sui funghi stessi.

Norme Igieniche

normeNella coltivazione dei funghi la prevenzione è fondamentale.
Prima di riporre a dimora il composto è necessario disinfettare i locali con prodotti a base di sali quaternari d’ammonio, avendo cura di aver rimosso ogni possibile residuo organico.
Tali prodotti hanno un’azione batterica e sporicida allo stesso tempo.E’ buona norma utilizzare in via preventiva anche un’insetticida larvicida, soprattutto sulle pareti e sulle testate dei locali per prevenire eventuali infestazioni di moscerini.
E’ indispensabile che i locali di coltivazione siano facilmente pulibili e lavabili, con superfici lisce e non porose.

Il pavimento deve essere quanto più possibile compatto e non dare adito a ristagni d’acqua, meglio se ricoperto da uno strato di cemento o in alternativa da un telo pacciamante, filtrante, antiscivolo.
In alcuni casi si utilizza della calce idratata da stendere sul terreno, quando non c’è cemento, né il telo protettivo.
Il locale dovrà essere servito da rete idrica, per effettuare le innaffiature giornaliere, dovrà essere situato in maniera protetta dai venti dominanti, specie se provenienti dai quadranti di nord.

FAQ- Domande frequenti per la coltivazione dei funghi

Vorrei iniziare a coltivare funghi. Da dove posso cominciare?
Il posto migliore per cominciare, per tua fortuna, è qui!

Come posso ottenere molti funghi rapidamente?
Il modo più veloce per ottenere molti funghi è di utilizzare i nostri substrati, inoculati con ceppi selezionati che hanno mostrato rapidità di colonizzazione e di fruttificazione e, naturalmente, consistenti ritorni economici.

Quanto mi costa iniziare una coltivazione di funghi?
Quando si inizia la coltivazione di funghi bisogna sostenere dei costi iniziali legati al fatto che si ha bisogno di materie prime non facilmente reperibili in giro.

Qual è il significato della parola “compostaggio”?
Il compostaggio è il processo di preparazione del composto per la coltivazione di funghi. Esso consiste nella trasformazione parziale ad alta temperatura, operata da microrganismi termofili, di materie prime vegetali in condizioni aerobiche molto idratanti.

Quali sono le fasi del compostaggio tradizionale?
Il compostaggio tradizionale consta di 2 fasi successive. La prima fase si svolge all’esterno o al riparo, in condizioni eterogenee poco controllabili, e comprende la miscela e la bagnatura di più sottoprodotti e di una fermentazione ad una temperatura compresa tra 40 e 80°C, cercando di mantenere condizioni aerobiche. La seconda fase avviene all’interno, in stanze di pastorizzazione. La pastorizzazione serve a portare a termine il processo di fermentazione del composto in modo controllato attraverso l’induzione di vapore per eliminare la maggior parte degli insetti infestanti, predatori o competitori animali o vegetali.

Quando si può considerare un compost “maturo”?
Un compost maturo non presenta esalazioni di ammoniaca, possiede un colore marrone scuro con umidità del 65% circa ed un pH intorno a 7.

I funghi hanno bisogno di luce per crescere?
I funghi non sono piante e, a differenza delle piante, non hanno bisogno di luce per crescere. Il substrato in fase di colonizzazione può essere tenuto al buio per evitare che la fruttificazione inizi precocemente. Il substrato completamente colonizzato, invece, dovrebbe essere esposto alla luce per favorire l’induzione alla fruttificazione (la luce “indica” al substrato che ci sono le condizioni ottimali per la comparsa dei corpi fruttiferi). E’ sufficiente una luce non troppo forte né troppo calda. Una lampada fluorescente o la luce indiretta del sole possono bastare.

I funghi sono vegetali o no?
I funghi sono vegetali.

Come si riproduce un fungo?
I funghi che consumiamo come alimento appartengono alla classe dei Basidiomiceti. Essi mostrano, a maturità, una struttura a forma di ombrello consistente in un piede che porta alla sua estremità un cappello piatto, conico oppure emisferico. La parte inferiore del cappello porta, in taluni funghi, molte delicate strutture lamellari che si irradiano dalla parte centrale verso il margine. Le lamelle mostrano la propria struttura, consistente in un sottile strato di ife intrecciate. Alcune ife sporgenti verso la superficie della lamella terminano in una cellula clavata, il basidio, e formano nel loro insieme uno strato ben distinto, l’imenio basidioforo. Ciascun basidio porta 4 basidiospore mononucleate, ciascuna all’apice di una estroflessione, lo sterigma. Quando sono mature, le basidiospore sono rilasciate dagli sterigmi e disperse dalle correnti aeree. Cadendo sul substrato una basidiospora germina e dà luogo ad un micelio settato, le cui cellule sono mononucleate, cioè contengono un solo nucleo. Il micelio può crescere e diffondersi nel substrato come un feltro fioccoso. Durante la sua crescita alcune delle sue ife possono venire a contatto con altre ife appartenenti ad un latro micelio. Se i miceli sono compatibili possono fondere i loro protoplasti, cioè coniugarsi, per dare luogo ad una cellula binucleata e quindi dicariotica, nella quale uno dei due nuclei appartiene ad un ceppo, l’altro appartiene all’altro ceppo. Le cellule binucleate danno origine ad un micelio che cresce rapidamente occupando spazi notevoli al di sotto della superficie del substrato. Dalla porzione periferica di questo micelio binucleato si differenziano i basidiocarpi distinti in piede e cappello e ancorati al substrato dall’intreccio di ife spesse (rizomorfe) che lo hanno prodotto. Tutte le cellule del basidiocarpo sono binucleate, inclusi i giovani basidi: quando questi ultimi maturano, i due nuclei si fondono, dando così origine ad un nucleo diploide. Questo subisce la meiosi ed i quattro nuclei apolidi che ne risultano migrano negli sterigmi in via di formazione. Le spore mature sono poi liberate e germinano come prima si è descritto.

Qual è il momento giusto per raccogliere i funghi?
La raccolta deve essere fatta prima che le spore iniziano a cadere, quando il cappello è ben formato, ma non completamente aperto.

Come si raccoglie un fungo?
Il modo migliore per raccogliere un fungo è quello di estirparlo dal substrato esercitando una leggera rotazione. Non utilizzare coltelli o forbici, che potrebbero lasciare pezzi di fungo nel substrato che potrebbe provocare contaminazioni ed ostacolare le volate successive. Dopo la raccolta, rimuovere porzioni di substrato rimaste attaccate al fungo.

Quali sono i più comuni contaminanti dei funghi?
I funghi allevati su substrati sterili crescono in condizioni ideali in quanto c’è assenza di competizione da parte di contaminanti. In natura, invece, si instaurano complesse interazioni tra funghi, batteri, nematodi ecc. Su substrati non sterili, infine, i competitori sono essenzialmente rappresentati da muffe (Penicillium, Aspergillus, Trichoderma, ecc.).

Che cosa è il Coprinus?
E’ un tipo di fungo fortemente cellulolitico dal cappello grigio che compare sul composto in presenza di alti tassi di ammoniaca nel composto. L’ammoniaca è una fonte di azoto. La presenza di Coprinus nel composto indica un eccesso di azoto nel compost ed una non corretta gestione della FASE II del processo di compostaggio. Infatti, se c’è troppa ammoniaca residua, la microflora termofila presente nelle FASE II del processo di compostaggio non riesce a convertire tutta l’ammoniaca in proteine.

I funghi possono crescere nelle aree pianeggianti?
Si, i funghi possono crescere ovunque, se la temperatura e l’umidità sono mantenute ai giusti livelli.

Qual è il clima adatto alla coltivazione di funghi?
La temperatura per la fruttificazione deve essere mantenuta tra 14 e 18°C e l’umidità all’85%.

Quale substrato è utilizzato per la crescita di funghi?
I substrati utilizzati per la crescita di funghi sono costituiti da compost preparato con residui lignocellulosici quali paglia di frumento, crusca, urea , gesso etc. Il seme, in genere, è preparato su grano di frumento.

Quali benefici si hanno mangiando funghi?
I funghi sono altamente nutrienti, ricchi di proteine, fibre e contengono acido folico, poco presente nei vegetali ed amminoacidi abitualmente assenti nei cereali.

Come avviare una fungaia?
Qui di seguito troverete dei consigli sulle vostre prime mosse:
1. Come ogni attività produttiva, anche la coltivazione dei funghi è senz’altro redditizia. Importante è capire immediatamente a cosa si va incontro dal punto di vista finanziario, ossia capire quanto capitale serve impiegare per guadagnare quanto? Quindi il primo passo è stabilire la propria forza economica.
2. Secondo passo è quello di decidere che tipo di coltivazione intraprendere in funzione sia del mercato di riferimento sia alla capacità finanziaria.
3. Il terzo passo che comunque non è il più difficile cominciare a capire alcune tecniche di coltivazione, cosicché, se si già in possesso di strutture esistenti, vedere se queste possono essere adeguate alle esigente colturali.
4. Si può anche partire con un minimo d’investimento, però è chiaro che minino è l’investimento minore sarà il guadagno.
5. Un tecnico specializzato nel settore è senz’altro importante per progettare l’iniziativa, per consigliarti nella scelta della coltivazione, sulla situazione di mercato e dove reperire attrezzature e materie prime.

Ecco un esempio di investimento necessari per la realizzazione di una fungaia e relative produzioni di funghi ottenibili.
Pleurotus Ostreatus -IPOTESI “SERRE 3” ATTREZZATE-
Investimento € 30.000, fatturato annuo € 50.000, utile lordo annuo € 15.000
Sono esclusi i costi dell’acquisto terreno e delle spese di opere murarie relative a recinzione, strade d’accesso, sistemazione a verde ed altre opere edili che si renderebbero necessarie per il completamento dell’aria che sicuramente sono di diversa natura a seconda dei luoghi.
Dalla realizzazione di 3 serre riusciremmo a realizzare un totale annuo (minimo) di Kg 45.000 di funghi pleurotus che potrebbero portare ad un fatturato annuo di € 50.000 . Il risultato è determinato da un mix di vendite ottimizzato ad una buona conoscenza del mercato di riferimento ed è riferito ad una valutazione delle rese fornite da un buon produttore di composto e ad una qualità media di tecnica di coltivazione.
Considerando i costi in base ad una analisi dei costi reali avremmo un utile al lordo degli oneri finanziari e tasse di € 15.000.

Quali sono i prodotti disponibili per il cliente?
Al momento S.A.I.P.A.N. ha a disposizione dei clienti i seguenti prodotti:
* Balletta per la produzione di Funghi Pleurotus Ostreatus (orecchietta, sbrisa, gelone).
* Balletta per la produzione di Funghi Cornucopie (gialletto); vaschette per la produzione di Funghi Pleurotus Eryngii (Cardoncello, fungo di ferla, ferula)
* Balletta e vaschette per la produzione di Funghi pioppini (Agrocybe Aegerita).

Di che cosa è fatto il composto in vaschetta?
Il substrato in vaschetta è stato studiato e testato per avere un’ottima crescita fungina. Esso consiste in un mix di ingredienti in grado di garantire un ambiente ottimale per la fruttificazione dei funghi.

Perché non vedo funghi crescere nella mia vaschetta?
Le vaschette contenenti composto per la coltivazione di funghi sono state ampiamente testate e preparate seguendo protocolli di qualità molto rigorosi. Per questa ragione riteniamo che i nostri clienti non dovrebbero avere problemi col nostro prodotto. Se dovessero, però, ugualmente manifestarsi, vi preghiamo di contattarci.

Come smaltire il composto esausto?
Il composto esausto di fine produzione, essendo completamente biologico, può essere usato come concime o ammendante nel vostro orto o nel vostro giardino di fiori e piante.

Photogallery Pleutorus (Pleos)