La Saipan è un’ azienda campana, impegnata nella ricerca di biotecnologie agricole, che attualmente si estende su 20.000 mq e che da sempre si può considerare un fiore all’occhiello della nostra realtà industriale per la sua lungimiranza. Nasce nel 1975 e si “fa le ossa” occupandosi della produzione e commercializzazione di funghi freschi, per poi fare il salto di qualità: si specializza, infatti, nella preparazione di Compost.
Il compost è un ottimo concime a lenta cessione, in quanto è in grado di mantenere fertile e sano il terreno e nutrire la vegetazione. Inoltre, essendo fatto da rifiuti organici, è uno strumento fondamentale per la salvaguardia dell’ambiente: non ha bisogno di additivi chimici, produce meno materiale di scarto, e consuma meno torba, non incidendo eccessivamente sulle torbiere.Il 1973, infatti, non era lontano, ed aveva mostrato che le risorse naturali non sono illimitate.
Nel 2002, poi, la nuova sfida, che ancora una volta sembra anticipare le tendenze future: ideare un substrato di terriccio che, grazie ad una mirata combinazione tra caratteristiche nutrizionali (carboidrati, proteine e simili) e composizione della confezione, è in grado di far crescere alcune pregiate qualità di funghi, direttamente tra le mura domestiche.
– ” il vantaggio sta nel fatto che questi funghi, che in natura crescono molto lentamente, grazie all’utilizzo di un compost opportunamente bilanciato, il Micopan, riescono a svilupparsi in tempi relativamente brevi. Quindi li si può utilizzare nell’immediato”- sostiene Mario Di Martino, amministratore unico della Saipan srl. E questo si riuscirà ad ottenere senza macchinose operazioni, ma utilizzando le semplici cure somministrate ad una normale pianta: non esporre il fungo ai venti, al sole diretto e innaffiarlo periodicamente. Questi accorgimenti, semplici ma essenziali, permetteranno ai miceti di crescere in pochi giorni garantendo la piena soddisfazione degli amanti del fai da te e di coloro che posseggono, il “pollice verde”.
L’aver puntato a coloro che coltivano funghi per hobby, prime fra tutti le massaie, ha portato l’azienda a sperimentare nuove forme di packaging, che salvaguardino l’igiene e producano il minor ingombro possibile.
“Curiosamente il posto ottimale dove coltivare i funghi in casa è la cucina o il bagno, perché possiedono il giusto tasso di umidità – continua Di Martino – va da sé che in luoghi di questo tipo si deve garantire la pulizia e ogni pianta deve essere coltivabile in un vaso di dimensioni medie”.
Già da alcuni anni, infatti, altre aziende producono un particolare tipo di terriccio composito in busta, che quando viene aperto infanga e risulta quindi inutilizzabile in ambienti chiusi. I funghi, però, per le loro particolari caratteristiche, non possono svilupparsi sui balconi: il loro è un habitat da sottobosco ombroso.
I funghi che sarà possibile coltivare tra le mura domestiche sono di quattro tipologie diverse, tra le più conosciute e rinomate: il cardoncello, fungo di colore scuro, carnoso, molto profumato, che cresce spontaneamente in alcune regioni italiane tra cui Puglia e Sardegna; lo champignon, sicuramente il più consumato, dal grande capello bianco; e poi il pioppino, tipico della nostra terra, e il pleurotus.
La scelta di queste varietà non è casuale, perché ad essi sono legate una serie di abitudini alimentari e di tradizioni gastronomiche che ci appartengono da sempre” sottolinea Di Martino.
Questo innovativo prodotto, che verrà lanciato sul mercato a settembre prossimo, è forse la risposta dei consumatori al bisogno di certezze relativo alla provenienza e alla produzione dei loro cibi, tema che con tanta insistenza ritorna sui media da quando è cominciata l’era delle biotecnologie. Oppure a quela voglia di contatto con la natura che spesso è avvertito da chi trascorre la sua vita in città.
“Questa ricerca ha destato l’interesse di molti – continua Di Martino – e ci sono arrivate svariate richieste da parte di aziende estere, ma per il momento preferiamo espanderci e consolidare il nostro marchio in Italia, dato che il settore già qui è “fertile”.
La Ricerca Campana, che ha visto gli sforzi congiunti del mondo industriale e di quello accademico – la Saipan ha infatti collaborato con la facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Napoli Federico II – ha dato i suoi buoni frutti.